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mercoledì 15 febbraio 2012

Dove danza Dio?

"La danza" di Henri Matisse
Commentando le immagini proposte nell'ultimo film di Ermanno Olmi "Il villaggio di cartone", l'autore di un articolo pubblicato su una rivista cara agli animatori della catechesi, si chiede "Quando ci decideremo a lasciare i nostri affari, le nostre celebrazioni vuote, le sterili commemorazioni, per correre incontro a Dio che rinnova la sua promessa, che apre spazi di rinnovamento, che danza fuori dalle nostre chiese"?
La provocazione mi pare interessante; forse potrebbe generare un po' di disappunto o fastidio, ma chiede di essere presa in seria considerazione. Anche perchè di tanto in tanto (anzi, frequentemente) si colgono qua e là segnali di disagio che denunciano una condizione di affanno, di fiato corto (emblematicamente Manca il respiro è il titolo di un saggio di Saverio Xeres e Giorgio Campanini, pubblicato nel 2011 da Ancora).
La danza, la vitalità, il dinamismo, sono dono della presenza e dell'azione dello Spirito Santo. Non è che per caso abbiamo bisogno di invocarlo, di accoglierlo, di credere sul serio che è all'opera ancora oggi nella sua creazione e nella storia? 
Dio ha il diritto di danzare dappertutto; perchè non dovremmo permettergli di danzare dentro di noi e dentro le nostre chiese?


e si stia anche in orazione con quanta forza di spirito si potrà fino al giorno dell'invio dello Spirito Santo
Angela Merici, Regola, capo IV Del digiuno

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