piccolo laboratorio di condivisione "mericiana" per persone che non hanno la presunzione di essere già arrivate...

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lunedì 30 dicembre 2013

Anna, la profetessa

La liturgia di oggi ci propone la lettura del brano di Lc 2, 36-40, in cui si parla della profezia di Anna, "ultima dei profeti ad essere citata nelle scritture prima di Gesù" .
Un bel commento che riguarda questa donna, instancabile proclamatrice del Vangelo di salvezza, è proposto da Donatella Mottin nella rivista on line delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria di Breganze, a cui rimando per la lettura..


E si legge nel Vangelo di quella Anna, figlia di Phanuel, la quale nel tempio giorno e notte di continuo serviva a Dio "in ieiuniis et orationibus". Poiché, come col digiuno si mortificano le tendenze della carne e i propri sentimenti, così con l'orazione s'impetra da Dio la grazia della vita spirituale.
Angela Merici, Regola, Capo V dell'orazione


sabato 14 dicembre 2013

Chiamati a essere poveri


Merita una lettura approfondita l'articolo «Chiamati a essere poveri»: una proposta personale, una questione sociale di Paolo Foglizzo, pubblicato su Aggiornamenti Sociali dicembre 2013, di cui propongo una breve sintesi.

L'autore ricorda che papa Francesco, incontrando i poveri assistiti dalla Caritas diocesana di Assisi il 4 ottobre 2013, ha affermato: "Tutti siamo chiamati ad essere poveri".
L'affermazione, impegnativa e dura ai nostri orecchi, non è solo una proposta per chi è più sensibile. E non si limita alla sfera personale, e neppure all'esperienza di piccole o grandi comunità religiose.
E' una questione che  insieme alla libertà personale mette in gioco la sfera sociale, economica e politica.
La felicità infatti non dipende dalla quantità dei beni posseduti (dai singoli o dai gruppi), ma dipende dalla qualità delle RELAZIONI che ci legano. E non solo le relazioni d breve prossimità, ma anche quelle che mettono in gioco l'umanità intera, le istituzioni, gli organismi internazionali, la finanza, la moneta, il commercio.
Ricchezza e felicità perciò non sono solo dimensioni che riguardano la sfera privata della persona, ma rappresentano una grande ed impegnativa questione politica.
Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (CDSC) ci illumina al riguardo: la ricchezza e la sua formazione hanno una "funzione positiva" ma solo a condizione che siano finalizzate a "realizzare un mondo più equo e solidale" (CDSC, 174); la vera potenzialità della ricchezza è il suo impiego "come mezzo utile per promuovere il benessere degli uomini e dei popoli e per contrastare la loro esclusione e il loro sfruttamento" (CdSC, 174). 
Le risorse disponibili devono servire ad assicurare quelle "condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente" che è la definizione di bene comune secondo Gaudium et spes 26.
Il CDSC dà una traduzione concreta di bene comune:
Le esigenze del bene comune...riguardano anzitutto l'impegno per la pace, l'organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell'ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell'uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa. Non va dimenticato l'apporto che ogni nazione è in dovere di dare per una vera cooperazione internazionale, in vista del bene comune dell'intera umanità, anche per le generazioni future.

Chiamati ad essere poveri:  una vera sfida per la qualità della nostra vita spirituale, una sfida per la nostra maturità umana e cristiana.

Clicca su Discorso di Papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2013






se per volontà e liberalità di Dio accadesse che ci fossero denari o altri beni in comune, si ricorda che devono essere bene amministrati, e cha vanno dispensate con prudenza, specialmente in aiuto alle sorelle e secondo gli eventuali bisogni

Angela Merici, Regola, Del governo, capo XI

venerdì 13 dicembre 2013

Elisabetta. Nell'inverno della fede il seme della promessa

Segnalo un interessante articolo di Donatella Mottin pubblicato nella rivista on line Vita Nuova  dalle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria di Breganze (Vicenza) che presenta il ritratto di Elisabetta, moglie di Zaccaria, madre di Giovanni Battista, parente di Maria di Nazaret.
Elisabetta è la "donna giusta" che troviamo nel Vangelo, colei che ha vissuto ed attraversato l'inverno della fede sperando nella promessa di Dio.

"beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di verità ... e che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità..."
Angela Merici, Regola, Proemio
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