piccolo laboratorio di condivisione "mericiana" per persone che non hanno la presunzione di essere già arrivate...

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domenica 30 ottobre 2011

Oh, strade!

Io non posso
passare per le mie strade
se non pregando
per tutti coloro che passano con me
che mi incrociano....
Per tutte le mamme
che curano la vita quotidiana;
per tutti i bambini
che godono ignari quella pace
di casa e di affetto
a noi ormai negata.
Oh, strade,
dove io passo
portando il mistero di me stesso
e pensando che lui
"abita in una luce inaccessibile",
quanto vi amo!

NICOLINO SARALE



"e troveremo le strade, per sé spinose e sassose, per noi fiorite e lastricate di finissimo oro."
Angela Merici, Regola, Prologo



giovedì 27 ottobre 2011

Etty Hillesum: una parabola esistenziale libera da convenzioni

"Dentro di me c'è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c'è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo"
Questa sera, nella sala Bevilacqua a Brescia, la Cooperativa Cattolico Democratica di Cultura propone il ricordo di  Etty Hillesum, intellettuale ebrea olandese, morta ad Auschwitz nel 1943. Parlerà di lei la prof. Isabella Adinolfi, che recentemente ha scritto un saggio "Etty Hillesum. La fortezza inespugnabile".
Leggo la notizia nelle pagine del Giornale di Brescia e sono immediatamente coinvolta  da questa singolare esperienza di vita e di pensiero.
Una parabola esistenziale libera da convenzioni: così è definita. Ed è una parabola straordinaria.
In un mondo travolto dalla follia e dalla violenza, Etty sperimenta "un'irresistibile intensità di vita, un'inesauribile capacità di tenerezza e compassione"  riuscendo a mantenere un atteggiamento costruttivo anche nei momenti più drammatici. Particolare è la sua consapevolezza rispetto alla maturazione della coscienza e il pensiero che esprime la sera del 31 dicembre 1941 è emblematico:
"Ora sono quasi le otto e mezza di sera: l'ultima sera di un anno che è stato per me il più ricco e fruttuoso, e insieme il più felice di tutti. E se dovessi spiegarlo in una parola... allora dovrei dire: per la mia grande presa di coscienza. Il che significa anche poter disporre delle mie forze più profonde"
Ho quindi riletto, quasi d'un fiato, anche un fascicoletto che la riguarda e che conservo tra le pubblicazioni di interesse. E' un articolo di Paul Lebeau, teologo gesuita; si intitola Etty Hillesum, l'itinerario spirituale ed è edito dal Monastero di Bose.
L'autore riassume i passaggi fondamentali della vita di Etty e della sua vicenda spirituale. Certo, sarebbe interessante poter leggere direttamente i suoi diari, ma già queste testimonianze fanno percepire la grandezza e la bellezza dell'umanità abitata da Dio. Grandezza e bellezza che non vengono mai distrutte, neanche con la violenza
 "siamo stati marchiati dal dolore, per sempre. Eppure la vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità"
"L'unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, è anche l'unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini"
Grazie Etty.


"la carità... dirige ogni cosa a onor di Dio e al bene delle anime"
Angela Merici, Regola, Prologo

martedì 25 ottobre 2011

Angela Merici e la promozione della donna

Pompeo Ghitti, Chiari
Angela Merici e la visione della Scala celeste
particolare
Una persona amica ci ha ricordato - nel commento al post di ieri -  che Carla Osella delle Figlie di Sant'Angela di Torino, in uno scritto di alcuni anni fa, aveva individuato nel brano evangelico di Lc 13,10-17 l'icona dell'intuizione profetica che Angela Merici ha attuato con la fondazione della Compagnia.

Carla Osella
Questa segnalazione ci permette di prendere atto anche dell'opera delle innumerevoli "orsoline" che, da sant'Angela in poi, hanno partecipato fattivamente alla promozione a al riconoscimento della dignità alle persone con le quali sono entrate in relazione.
Tra queste merita una particolare attenzione proprio Carla Osella, che attraverso la sua opera di difesa dei diritti civili e culturali dei nomadi italiani (i sinti), testimonia la continuità nell'oggi di una congenita propensione delle orsoline- figlie di S. Angela  alla crescita umana delle realtà nelle quali si inseriscono e operano.


"vogliate conoscere che cosa comporta una tale elezione, e che nuova e stupenda dignità essa sia"
Angela Merici, Regola, Prologo

lunedì 24 ottobre 2011

La donna curva slegata dall'infermità

Lilia Sebastiani, in Donne dei Vangeli (Ed. Paoline, 1994), commenta il brano di Lc. 13, 10-17. Ne proponiamo un estratto.
E' questo uno dei racconti di miracolo prediletti oggi dalla riflessione teologica femminile: proprio per questo suo significato emblematico. Perché in effetti al tempo di Gesù, e in ogni contesto patriarcale, le donne sono un po' "curve" tutte, a prescindere dalla situazione del loro scheletro. Istituzionalmente curve, vorremmo dire, più che personalmente; non per loro scelta e tanto meno per loro colpa, ma non senza una certa passiva complicità.....La donna curva sta lì, semplicemente senza chiedere e senza sperare, abituata ormai al proprio male che le impedisce di guardare in alto. E' Gesù a prendere l'iniziativa, dinanzi a quella situazione di sofferenza che lo interpella solo in quanto sussiste....Questo miracolo, benché personale, individuale - come ogni evento di liberazione - non è affatto privato. Risulta determinante il fatto, sottolineato all'inizio e alla fine, che avvenga di sabato in sinagoga.....Se il sabato è il giorno in cui si dà lode a Dio per l'opera della creazione, non vi è modo migliore per onorarlo che contribuire a questa sua opera. Dio l'ha affidata agli esseri umani non in modo immobile e statico, ma in divenire, animata da un anelito incessante al perfezionamento. Ora, aiutare qualunque realtà esistente a esistere meglio - si tratti di una realtà materiale o spirituale o complessa, umana o non ancora umana  - è un modo di rendere culto a Dio, di mostrargli gratitudine, di essere dalla sua parte.....La pienezza di vita non è soltanto l'efficienza fisica. E' anche soprattutto la dignità, il diritto a esistere come soggetto. Le parole conclusive di Gesù sottolineano la volontà di inserire pienamente e solennemente la donna nella vita pubblica e religiosa del suo popolo, quando si riferisce a lei come a "questa figlia di Abramo". "Figli di Abramo" è un appellativo che gli Israeliti si davano volentieri e orgogliosamente, ma qui risulta insolito e piuttosto trasgressivo l'uso del termine al femminile.....Tutto ciò che è stato creato da Dio è chiamato alla pienezza di vita e alla libertà....Non si può presumere di dar gloria a Dio ignorando o reprimendo le aspirazioni legittime di un essere umano alla pienezza di vita.
"essendo noi chiamate a tale gloria di vita, da essere spose del Figliolo di Dio e da diventare regine in cielo"
Angela Merici, Regola, Prologo

sabato 22 ottobre 2011

Iscrivi il nostro nome

Signore,
iscrivi il nostro nome
alla tua scuola d'amore:
insegnaci ad amare,
a essere amati
in piena trasparenza:
trasparenza che rischiari
ogni ombra fra quanti amiamo:
carità che dissolva
anche i piccoli resti
di amore non vero fra noi.
Amore che da te non germini,
che di te e in te non viva
e a te non ritorni,
amore non è!
Insegnaci ad amare ognuno e ognuna
di unico amore
DOM HELDER CAMARA



"...avendo noi sempre nel cuore un'ardente carità."
Angela Merici, Regola, Capo IX Della Verginità

giovedì 20 ottobre 2011

21 ottobre. Memoria di Sant'Orsola e Compagne vergini e martiri

Il video è di sr. Paola, osu


Alle dilette figlie e sorelle della Compagnia di Sant'Orsola.
Angela Merici, Regola, Prologo

mercoledì 19 ottobre 2011

L'umano è chi va così


Cammina. Senza sosta cammina. Va qui e poi là. Trascorre la propria vita su circa sessanta chilometri di lunghezza, trenta di larghezza.
E cammina.
Senza sosta.
Si direbbe che il riposo gli è vietato.
Quello che si sa di lui lo si deve a un libro... Sono dapprima in quattro a scrivere su di lui.
 
Quando scrivono hanno sessant'anni di ritardo sull'evento del suo passaggio. Noi ne abbiamo molti di più: duemila. Tutto quanto può essere detto su quest'uomo è in ritardo rispetto a lui.
Conserva una falcata di vantaggio e la sua parola è come lui, incessantemente in movimento, senza fine nel movimento di dare tutto di se stessa. Duemila anni dopo di lui è come sessanta. E' appena passato e i giardini d'Israele fremono ancora per il suo passaggio... Se ne va a capo scoperto. La morte, il vento, l'ingiuria: tutto riceve in faccia, senza mai rallentare il passo..
L'umano è chi va così, a capo scoperto, nella ricerca mai interrotta di chi è più grande.
tratto da
L'uomo che cammina
di Christian Bobin
Ed. Qiqajon


l'amarsi e l'andar d'accordo insieme è segno certo che si cammina per la via buona e gradita a Dio
Angela Merici, Testamento, Decimo Legato


lunedì 10 ottobre 2011

Quarta tappa, da Rivalta sul Mincio a Mantova. Domenica 9 ottobre

E' la tappa che segna anche la conclusione del nostro pellegrinaggio. Siamo partiti alle ore 7,00 per poter arrivare puntuali al Santuario della Beata Vergine delle Grazie, che si trova nella frazione "Le Grazie" del Comune di Curtatone . Qui alle ore 8,00 abbiamo partecipato alla celebrazione della santa Messa.  Il tempo di una brevissima visita, timbro della credenziale, foto di gruppo, e poi ....viaaaa si riparte verso Mantova.
Sostiamo qualche minuto nella piazzetta dei Martiri di Belfiore, fiancheggiamo il laghetto formato dal Mincio e attraversiamo il bel parco mantovano.
Ci dirigiamo quindi verso il Duomo di Mantova; abbiamo poco tempo per la visita alla tomba della beata osanna Andreasi, possiamo infatti approfittare solo del breve spazio di tempo tra una celebrazione liturgica e l'altra. Arriviamo proprio mentre termina la santa Messa, quindi ci rechiamo decisamente nei pressi dell'altare maggiore, dove ciascuno personalmente, ha la possibilità di intrattenersi in preghiera col Signore Gesù.Poi, tutti insieme ci rechiamo davanti alla cappella (che si trova a sinistra dell'altare maggiore) della b. Osanna Andreasi.



Qui abbiamo ricordato i doni di grazia che la beata ha espresso nella sua vita e che rappresentano anche per noi oggi una eredità da assumere: la profondità della vita interiore, la capacità di assumersi responsabilità nei confronti della città, del convivere civile, la sensibilità verso le situazioni di povertà e di emarginazione.
E con queste considerazioni abbia pregato insieme, consapevoli che la meta finale del nostro pellegrinaggio è la vita di tutti i giorni e il ritorno a casa, da uomini e donne "INTERI" decisi a  riprendere ogni giorno il cammino per rinnovare la propria adesione a Gesù, esprimendola in scelte concrete secondo uno stile di vita cristiana espressa a tutto campo.

"..che cerchiate e vogliate tutti quei mezzi e quelle vie che sono necessarie per perseverare e progredire fino alla fine"
Angela Merici, Regola, Prologo

Terza tappa, da Cavriana a Rivalta sul Mincio (sabato 8 ottobre)

La terza tappa del nostro pellegrinaggio ci ha fatti giungere, partendo dalla splendida Pieve benedettina di Cavriana, nella Chiesa Parrocchiale di Volta Mantovana, dove abbiamo fatto una visita alla Beata Paola Montaldi, contemporanea di Sant'Angela.
Il cammino è proseguito nella pianura fino ad incrociare il fiume Mincio e arrivare subito dopo a Goito.
Qui siamo stati ospitati nei locali dell'oratorio.
Sosta, pranzo e ripartenza per Rivalta, dove siamo arrivati al confortevole ostello per la gioventù, in cui siamo stati ben ospitati. La cornice è splendida, siamo nei pressi dell'imbarcadero, tra vecchi casoni e una bella spianata verso il fiume.


La nostra giornata è iniziata con la riflessione sul Vangelo di Luca 11, 27-28 accompagnata dalla parola di S. Angela

“Beati sono coloro ai quali Dio avrà ispirato nel cuore la luce di verità e avrà dato la voglia di desiderare la loro patria celeste; che poi cercheranno di conservare dentro di sé tale voce di verità e tal buon desiderio”.

Angela Merici, Regola. Proemio

Seconda tappa del pellegrinaggio, da Desenzano a Cavriana (venerdì 7 ottobre)


Mericianum, preghiera in cappella
Il percorso si è snodato lungo le bellissime colline moreniche del basso Garda, con molto sterrato. Dopo la sveglia alle ore 6,00 abbiamo pregato insieme, ricevendo una solenne e bellissima benedizione da padre Natale; poi la colazione, quindi.... partenza! Il tempo (con tuoni, fulmini e vento) minaccia pioggia, ma sui pellegrini non cadranno che poche gocce!!
La prima tappa, dopo aver superato il dosso panoramico dell'ospedale di Desenzano, è alla Casa di Sant'Angela alle Grezze. Lungo il tragitto abbiamo incrociato sr. Patrycja che si stava recando in Parrocchia per alcuni impegni.
Dopo la preghiera nella piccola cappella delle Grezze, rieccoci in direzione di Centenaro, Castel Venzago. Prima di arrivare a Castiglione ci siamo fermati alla chiesetta della Ghisiola, un piccolo eremo in cui vive fratel Moreno della Comunità di Bose. Il suo piglio cordiale e fermo ci ha condotti ad una riflessione sul significato del camminare, rintracciando alcune icone bibliche significative.
Poi di nuovo in viaggio per Castiglione delle Stiviere, nella cui Basilica ci siamo fermati per pregare sulla tomba di san Luigi Gonzaga.
Dopo il pranzo consumato nei locali dell'oratorio, siamo ripartiti alla volta di Solferino, e in serata siamo arrivati, sani e salvi a Cavriana.

La nostra giornata è iniziata con la riflessione sul Vangelo di Luca 11, 15-26 accompagnata dalla parola di S. Angela

“Mirate dunque quanto importa questa unione e concordia: desideratela, cercatela, abbracciatela e tenetela con tutte  le vostre forze”.
Angela Merici, nono ricordo

domenica 9 ottobre 2011

Prima tappa del pellegrinaggio, da Brescia a Desenzano (giovedì 6 ottobre)

Questo itinerario ci è ormai familiare, ma non smette mai di sorprenderci.
Santuario di Sant'ANgela
Chiesa Parrocchiale di S.Angela
Dopo la preghiera nel Santuario di Sant'Angela, alle ore 7,00 in punto siamo partiti in direzione Parrocchia di Sant'Angela di via Cimabue. Sosta e saluti

santuario della Madonna di Valverde
Il cammino è proseguito verso  il Santuario della Madonna di Valverde presso il quale abbiamo sostato, per poi riprendere in direzione Pontenove, dove abbiamo consumato il pranzo al sacco, ospiti nella casetta degli alpini.
Abbiamo poi raggiunto Sedena e Maguzzano, qui abbiamo sostando, rinunciando forzatamente alla visita della splendida Abbazia. Poi l'ultimo "strappo" (metaforico, fortunatamente...) fino al Mericianum, dove Madre Angela ci ha accolto con  grande familiarità.

La nostra giornata è iniziata con la riflessione sul Vangelo di Luca 11,5-13 accompagnata dalla parola di S. Angela

“Obbedire ai consigli e alle ispirazioni che di continuo ci suscita nel cuore lo Spirito Santo, la cui voce sentiremo tanto più chiaramente quanto più purificata e monda avremo la coscienza”.
Angela Merici, Regola, capo VIII

giovedì 6 ottobre 2011

In pellegrinaggio a piedi da Brescia a Mantova

Oggi siamo in partenza, e significativamente si parte dal Santuario di via Crispi, dopo la preghiera prevista alle ore 6,30; il pellegrinaggio "sulle orme di S. Angela Merici" è stato organizzato dal gruppo Agape, Amici di S. Angela, U.S. Acli di San Polo, Parrocchia di S. Angela Merici.
Il pellegrinaggio ha un titolo IN CAMMINO PER DIALOGARE, IN DIALOGO PER SCOPRIRE TRACCE DI SANTITA', ed intende ripercorrere il primo dei pellegrinaggi fatto da S. Angela nel 1522 quando si recò a Mantova pregare sulla tomba della beata Osanna Andreasi.
Il cammino prevede le seguenti tappe:
giovedì 6 ottobre: da Brescia a Desenzano (Mericianum), km. 32
venerdì 7 ottobre: da Desenzano a Cavriana, km 27
sabato 8 ottobre:   da Cavriana a Rivalta sul Mincio, km. 27
domenica 9 ottobre: da Rivalta a Mantova, km. 12
Significativamente scrivono gli Amici di S. Angela
"...come lei, anche noi riprendiamo il cammino fiduciosi, meditando sulla vita e gli insegnamenti di S. Angela, che non conosciamo mai abbastanza, sapendo che lungo la strada troveremo altre importanti tracce di santità lasciate da San Luigi Gonzaga (Castiglione delle Stiviere), beata Paola Montaldi (Volta Mantovana), beata Osanna Andreasi (Mantova). E il senso e la speranza del nostro cammino verso Mantova sono tutti nella preghiera della nostra Mariella"
 Ti preghiamo, Signore

Che il nostro cammino non sia un vagare errabondo
senza memoria nè del luogo cui si tende né di quello cui tornare.
       Che il nostro segnare la strada, passo dopo passo,
       sia lasciare impronte, tracce di incontri che anticipano la meta,
       come ponti tra terra e cielo.
Che il nostro vedere distratto e vago diventi guardare
dritto gli occhi e il cuore dei nostri compagni
per scoprire la bellezza e la forza che li abita.
       Che il nostro udire diventi ascoltare
       i sussurri più profondi del loro animo
       e gioire di quei tesori donati a piene mani.
Che il nostro gustare diventi condividere
preziosi ritagli di vita così da tessere,
dall'incrocio dei racconti, una Storia nuova.
       Che la stanchezza del cammino ci sveli
       le nostre fragilità da accogliere
       e abbracciare le debolezze del mondo.
Che la bellezza della natura e dell'arte ci commuova
al pensiero che è solo un infimo frammento
del tuo immenso splendore
       Che l'incontro col Sacro ci apra alla sacralità
       di ogni incontro quotidiano.
Che la passione d'amore di S. Angela ci contagi
e ci restituisca la purezza dell'Amore più grande.
MARIELLA M.


"l'amarsi e l'andar d'accordo insieme è segno certo che si cammina per la via buona e gradita a Dio."
Angela Merici, Testamento, Legato X

martedì 4 ottobre 2011

4 ottobre: San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia

La festa liturgica di oggi ci propone la straordinaria figura di santità che è Francesco d'Assisi; anche s. Angela ha amato questo Santo ed ha aderito alla proposta evangelica del movimento francescano, tanto da vestire l'habito bigio et beretino entrando nel Terz'Ordine di San Francesco, probabilmente nel convento di S. Bernardino a Salò.
A quest'abito S. Angela è stata particolarmente legata, al punto da voler essere sepolta con esso. Ma è la sua vita spirituale che si è modellata su quella del poverello di Assisi, per i digiuni, le lunghe preghiere, l'umiltà di vita, la diffusione della Parola, e soprattutto per aver affidato l'intera sua esistenza alla Provvidenza, in perfetta letizia.
Quando Angela si risolve a dar vita alla Compagnia di S. Orsola, si distacca gradualmente  dalla spiritualità francescana, riducendone gli influssi ad alcuni aspetti. Tuttavia non rinuncia totalmente alle sue scelte giovanili, mantenendosi sempre fedele all'abito da terziaria, anche se dopo la fondazione della Compagnia, lei stessa sottolineerà l'assoluta autonomia della nuova via di perfezione da lei tracciata.

"Ognuna si sforzi ... di mettere ogni suo bene, e amore, e piacere ... in Dio solo e nella sua sola benevola ed ineffabile provvidenza."
Angela Merici, Regola capo X
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