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lunedì 24 ottobre 2011

La donna curva slegata dall'infermità

Lilia Sebastiani, in Donne dei Vangeli (Ed. Paoline, 1994), commenta il brano di Lc. 13, 10-17. Ne proponiamo un estratto.
E' questo uno dei racconti di miracolo prediletti oggi dalla riflessione teologica femminile: proprio per questo suo significato emblematico. Perché in effetti al tempo di Gesù, e in ogni contesto patriarcale, le donne sono un po' "curve" tutte, a prescindere dalla situazione del loro scheletro. Istituzionalmente curve, vorremmo dire, più che personalmente; non per loro scelta e tanto meno per loro colpa, ma non senza una certa passiva complicità.....La donna curva sta lì, semplicemente senza chiedere e senza sperare, abituata ormai al proprio male che le impedisce di guardare in alto. E' Gesù a prendere l'iniziativa, dinanzi a quella situazione di sofferenza che lo interpella solo in quanto sussiste....Questo miracolo, benché personale, individuale - come ogni evento di liberazione - non è affatto privato. Risulta determinante il fatto, sottolineato all'inizio e alla fine, che avvenga di sabato in sinagoga.....Se il sabato è il giorno in cui si dà lode a Dio per l'opera della creazione, non vi è modo migliore per onorarlo che contribuire a questa sua opera. Dio l'ha affidata agli esseri umani non in modo immobile e statico, ma in divenire, animata da un anelito incessante al perfezionamento. Ora, aiutare qualunque realtà esistente a esistere meglio - si tratti di una realtà materiale o spirituale o complessa, umana o non ancora umana  - è un modo di rendere culto a Dio, di mostrargli gratitudine, di essere dalla sua parte.....La pienezza di vita non è soltanto l'efficienza fisica. E' anche soprattutto la dignità, il diritto a esistere come soggetto. Le parole conclusive di Gesù sottolineano la volontà di inserire pienamente e solennemente la donna nella vita pubblica e religiosa del suo popolo, quando si riferisce a lei come a "questa figlia di Abramo". "Figli di Abramo" è un appellativo che gli Israeliti si davano volentieri e orgogliosamente, ma qui risulta insolito e piuttosto trasgressivo l'uso del termine al femminile.....Tutto ciò che è stato creato da Dio è chiamato alla pienezza di vita e alla libertà....Non si può presumere di dar gloria a Dio ignorando o reprimendo le aspirazioni legittime di un essere umano alla pienezza di vita.
"essendo noi chiamate a tale gloria di vita, da essere spose del Figliolo di Dio e da diventare regine in cielo"
Angela Merici, Regola, Prologo

1 commento:

  1. Quando leggo questo brano di Luca (13,10-13) il pensiero corre a Sant'Angela ricordando una bella riflessione di Carla Osella delle Figlie di Sant'Angela di Torino. Alcuni anni fa Carla scrisse:"..ho cercato di vedere quale icona potesse rappresentare l'intuizione profetica della fondazione. Mi sembra che la "donna curva guarita da Gesù" possa essere l'immagine di ciò che Angela ha realizzato per le donne del suo tempo: aiutarle a incontrarsi con il Figlio di Dio, l'Altissimo, il quale solo può dar loro la dignità, attraverso la libertà di scegliere nella vita il loro futuro e di camminare diritte davanti a tutti, in piena dignità."

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