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lunedì 20 maggio 2013

Congiungo le mani

Genziana di Clusio
Mio Dio,
non mi sento mai così grande,
come quando mi prostro nella polvere;
così forte,
come quando confesso le mie deficienze;
così potente, come quando confesso le mie nullità;
così libero, come quando congiungo le mani;
così ricco, come quando espongo al cielo
la povertà del mio spirito,
la nudità del mio cuore.

Preghiera!
Non parole difficili
né formule complicate,
ma incontro semplice e affettuoso
del figlio col Padre
che si guardano negli chhi,
si parlano col cuore.
Grido dell'ammalato che invoca il medico,
dell'affamato che chiede un pezzo di pane,
dell'assetato che brama l'acqua di fonte,
del naufrago che implora un salvagente.
Pianto del pròdigo
sulle soglie della casa paterna,
lacrime di Maddalena
sui piedi del Cristo,
osanna trionfale del cuore esultante.

SERAFINO FALVO



Ricevi ogni mio pensare, parlare ed operare; insomma: ogni cosa mia, tanto interiore quanto esteriore. Tutto questo io offro ai piedi della tua divina Maestà. E ti prego, degnati di riceverlo, benché io ne sia indegna. Amen".
Angela Merici, Regola, Dell'orazione, Capo V

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