piccolo laboratorio di condivisione "mericiana" per persone che non hanno la presunzione di essere già arrivate...

Google Translator

giovedì 24 gennaio 2013

Preparazione al pellegrinaggio "mericiano" (4)

Il cammino verso i luoghi santi assunse nel tempo molteplici valenze e significati, da quello penitenziale a quello devozionale, ma in ogni caso implicava sempre una profonda conversione interiore. Il pellegrino simboleggiava l’umanità in cammino alla ricerca di Cristo, per cui il suo era un percorso di purificazione che si sostanziava in pratiche ascetiche culminanti nel contatto fisico con i santi luoghi. Qui l’emozione era fortissima: era il contatto con la potenza taumaturgica di Dio che segnava la vita del pellegrino. Tornato in patria con i simboli di questi luoghi – la conchiglia per Santiago di Compostela, le chiavi di Pietro per Roma o la palma per i pellegrini della Terra Santa – continuava una santa vita godendo del rispetto e della venerazione dei suoi concittadini.
Che cosa significa, invece, per noi oggi il pellegrinaggio a piedi, in un’epoca che ha fatto della veloce mobilità uno dei suoi simboli più caratterizzanti. 

Cominciamo dal mezzo di locomozione: il camminare
El camino es la vida è una delle frasi più frequenti che si sentono lungo i sentieri del cammino che, in Spagna, porta a Santiago de Compostela, uno dei tre pellegrinaggio più importanti del Medioevo e che oggi è ritornato prepotentemente di attualità.
Nel viaggio a piedi lento, meditabondo e contemplante, si può finalmente trovare quello che la vita contemporanea ci permette solo a tratti, di sentire: la fusione con il creato in una percezione profonda della natura che ci circonda, per cui avvertiamo come ferite a noi inferte gli scempi che l’ignoranza, l’ingordigia, di una civiltà guidata dal desiderio di profitto hanno inferto ad essa.
Chi cammina sa che spesso occorrono diversi giorni di cammino per poter raggiungere una nuova visione e per abbandonare il dolore fisico, le preoccupazioni e le paure mentali, per conquistare la leggerezza di uno stato naturale dell’uomo. Stato che spesso gli viene sottratto o cui noi stessi rinunciamo, più o meno consciamente, per rincorrere i miti del benessere o le cosiddette “necessità della vita”.
Forse è questo l’antico potere curativo del pellegrinaggio: il riavvicinamento alla “bellezza e al divino”. Questo è ciò che hanno sperimentato San Francesco o, per stare a chi è vicino, Sant’Angela Merici , i quali, dopo averlo raggiunto, lo mantennero come parte essenziale del loro modo di vita.


Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...