L'uomo che cammina
è quel folle
che pensa che si possa assaporare
una vita così abbondante
da inghiottire perfino la morte.
Coloro che ne seguono le orme e credono che si possa restare eternamente vivi nella trasparenza di una parola d'amore, senza mai smarrire il respiro, costoro, nella misura in cui sentono quel che dicono, sono forzatamente considerati matti. Quello che sostengono è inaccettabile. La loro parola è folle e tuttavia cosa valgono altre parole pronunciate nella notte dei secoli? Cos'è parlare? Cose'è amare? Come credere e come non credere?
Forse non abbiamo mai avuto altra scelta che tra una parola folle e una parola vana.
(Christian Bobin, L'uomo che cammina, ed. Qiqajon, 2007)
Qui bisogna essere accorte e prudenti, poichè quanto più un'impresa ha valore, tanto più fatica e pericolo comporta
Angela Merici, Regola, Prologo
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