Le catechiste di un gruppo post-cresima, hanno proposto ai ragazzi l'approfondimento dei doni dello Spirito Santo ed hanno associato al dono della "fortezza" la figura della santa patrona Angela Merici.
Una bella intuizione, suggerita anche dalla stima nei riguardi di una Santa che sentono molto vicina nell'azione educativa e nell'evangelizzazione
Si! Angela Merici è stata una donna libera e forte, e proprio per questo ha saputo superare tante resistenze, interiori ed esteriori, spirituali e sociali.
Il dono dello Spirito l'ha resa così forte da poter andar oltre i clichè e gli schemi di pensiero del suo tempo.
Nello stesso tempo è stata una persona umile, attenta ad agire sotto l'azione di un altro dono dello Spirito Santo, il "timore di Dio".
Una bella riflessione di padre Raniero Cantalamessa ci aiuta a cogliere cosa sia il timore di Dio e come sia ben distinto dalla paura.
La paura è una manifestazione del nostro istinto di conservazione che dice reazione ad un pericolo, vero o presunto; il Vangelo ci aiuta a liberarci da tutte le paure (che, come i fantasmi, hanno bisogno del buio per agire).
Il timore di Dio invece si deve imparare, è il sentirsi piccoli di fronte a qualcosa di immensamente più grande di noi; è stupore, meraviglia, misti ad ammirazione. Il timore è un altro nome dello stupore e della lode, ed è un compagno inseparabile dell'amore.
Proprio per questo motivo in s. Angela ben si uniscono questi doni dello Spirito; la fortezza nasce proprio da questo "timore di Dio" che è fatto di stupore e di lode.
Angela Merici, nei Ricordi, chiede questo dono anche per le sue figlie spirituali.
E perciò "virilmente e fedelmente" anch'io canto la gioia di essere amata dal Signore e, superate le paure, mi affido al Dio che, da immensamente grande, si è fatto piccolo e mi accompagna (con mio grande stupore) nel cammino e nelle contraddizioni della vita.
Io non ho paura di Fiorella Mannoia è un "canto di speranza e di ottimismo dove il tempo non si ferma, dove nessuno si aggrappa al passato e, senza paura, affronta quello che non sa" (Angela Seracchioli)