

La domanda esprime una questione drammatica per l’uomo
di ogni tempo, che vive dentro di sé la contraddizione di voler tendere al
bene, ma di sperimentare dentro di sé il male, nelle sue molteplici forme
(invidie, gelosie, rivalità, avarizia, maldicenza (possiamo chiamarla
“gossip?”), indifferenza, sfruttamento, orgoglio, egocentrismo, sopraffazione violenza…e
così via),
La tentazione fondamentale è quella di non
riconoscerlo immediatamente dentro di noi, preferendo trasferire sugli altri le
cause e le conseguenze del male secondo il principio ben noto sin
dall’antichità ed espresso nel rito del “capro espiatorio”; un rito che oggi
non richiede animali, ma altri uomini-donne-società sui quali trasferire “la
colpa” delle contraddizioni che invece s sono ben alloggiate nel nostro intimo.
Prendere coscienza del male dentro di noi, è il primo atto indispensabile per intraprendere un cammino di umanizzazione contrassegnato da libertà e amore.
Prendere coscienza del male dentro di noi, è il primo atto indispensabile per intraprendere un cammino di umanizzazione contrassegnato da libertà e amore.
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Globo di barba di becco |
Sant'Angela, men consapevole delle tenebre presenti anche nel suo cuore, ci offre - nel capitolo V della Regola sull'Orazione - una preziosa indicazione: "Bona est oratio cum ieiunio".
Digiuno per far fronte "agli appetiti dela carne et proprii sentimenti"
Preghiera per chiedere " a Dio la gratia della vita spirituale"

Angela Merici, Regola, Capo V dell'Orazione
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