Lo so, non è una stella marina, ma il senso è lo stesso |
Claudio, un amico, mi ha inviato questo breve racconto che offre un insegnamento importante.
Attorno a noi - e forse insinuato anche dentro di noi - un richiamo suadente e di "buon senso" ci sollecita a trascurare la trama più fine e sottile della nostra vita, quella che è attenta alla cura delle azioni e relazioni quotidiane, e che rientrano nel raggio delle nostre vere possibilità, per illuderci che forse è meglio approfittare alla grande di tutto ciò che possiamo possedere.
Certo c'è una bella differenza tra il guardare il mondo con l'intento di dominarlo e sfruttarlo, e guardarlo con il desiderio che ogni realtà, cosa, persona, raggiunga la propria pienezza.
LA STELLA MARINAUn uomo d’affari in vacanza stava camminando lungo una spiaggia quando vide un ragazzino. Lungo la riva c’erano molte stelle di mare che erano state portate lì dalle onde e sarebbero certamente morte prima del ritorno dell’alta marea.
Il ragazzo camminava lentamente lungo la spiaggia e ogni tanto si abbassava per prendere e rigettare nell’oceano una stella marina. L’uomo d’affari, sperando d’impartire al ragazzo una lezione di buon senso, si avvicinò a lui e disse, “Ho osservato ciò che fai, figliolo. Tu hai un buon cuore, e so che hai buone intenzioni, ma ti rendi conto di quante spiagge ci sono qui intorno e di quante stelle di mare muoiono su ogni riva ogni giorno? Certamente, un ragazzo tanto laborioso e generoso come te potrebbe trovare qualcosa di meglio da fare con il suo tempo. Pensi veramente che ciò che stai facendo riuscirà a fare la differenza?” Il ragazzo alzò gli occhi verso quell'uomo, e poi li posò su una stella di mare che si trovava ai suoi piedi. Raccolse la stella marina, e mentre la rigettava gentilmente nell’oceano, disse: “Fa la differenza per questa.”
Sarete sollecite e vigilanti per conoscere, e capire il comportamento delle vostre figliole, e rendervi conto dei loro bisogni spirituali e temporali. E così, provvedete voi meglio che sia possibile, se lo potete.
Angela Merici, Ricordi, quarto Ricordo
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