
L'autore ricorda che papa Francesco, incontrando i poveri assistiti dalla Caritas diocesana di Assisi il 4 ottobre 2013, ha affermato: "Tutti siamo chiamati ad essere poveri".

E' una questione che insieme alla libertà personale mette in gioco la sfera sociale, economica e politica.
La felicità infatti non dipende dalla quantità dei beni posseduti (dai singoli o dai gruppi), ma dipende dalla qualità delle RELAZIONI che ci legano. E non solo le relazioni d breve prossimità, ma anche quelle che mettono in gioco l'umanità intera, le istituzioni, gli organismi internazionali, la finanza, la moneta, il commercio.

Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (CDSC) ci illumina al riguardo: la ricchezza e la sua formazione hanno una "funzione positiva" ma solo a condizione che siano finalizzate a "realizzare un mondo più equo e solidale" (CDSC, 174); la vera potenzialità della ricchezza è il suo impiego "come mezzo utile per promuovere il benessere degli uomini e dei popoli e per contrastare la loro esclusione e il loro sfruttamento" (CdSC, 174).

Il CDSC dà una traduzione concreta di bene comune:
Le esigenze del bene comune...riguardano anzitutto l'impegno per la pace, l'organizzazione dei poteri dello Stato, un solido ordinamento giuridico, la salvaguardia dell'ambiente, la prestazione di quei servizi essenziali delle persone, alcuni dei quali sono al tempo stesso diritti dell'uomo: alimentazione, abitazione, lavoro, educazione e accesso alla cultura, trasporti, salute, libera circolazione delle informazioni e tutela della libertà religiosa. Non va dimenticato l'apporto che ogni nazione è in dovere di dare per una vera cooperazione internazionale, in vista del bene comune dell'intera umanità, anche per le generazioni future.

Chiamati ad essere poveri: una vera sfida per la qualità della nostra vita spirituale, una sfida per la nostra maturità umana e cristiana.
Clicca su Discorso di Papa Francesco ad Assisi il 4 ottobre 2013
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Angela Merici, Regola, Del governo, capo XI
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