Camminare nel pellegrinaggio
Il cammino del pellegrino assume anche, se non soprattutto, una forte valenza spirituale, poiché chi lo intraprende si dispone ad un percorso di ricerca i cui contorni non sono ben definiti.
Sa di dover rinunciare ad alcune sicurezze o certezze e di esporsi all’imprevisto, che non considera necessariamente un rischio ma un’opportunità di crescita.
Il pellegrinare è una metafora della vita: è attraversare spazi e tempi con l’intento di allargare il proprio sguardo oltre gli orizzonti ordinari e quotidiani, per cogliervi l’essenziale che dà senso all’esistere.
Domanda pazienza, richiede adattamento, educa al rispetto dei tempi e al senso dell’attesa. Camminare da pellegrini è abilitare la propria umanità allo spazio aperto, all’incontro senza troppe difese dell’altro; è un’immersione nella creazione per viverla come dono e per incontrarsi e riconciliarsi con Chi l’ha donato.
Lo spirito dell’uomo si affina con il suo incedere, perché attraverso i sensi accoglie nella propria anima luci, colori, geometrie, persone, storie, dialoghi, che diventeranno patrimonio del proprio mondo interiore.
In questo senso il cammino del pellegrino non solo aiuta a incontrare se stessi, ma aiuta a riconoscere i contorni della propria identità, che si precisa in questa intima e profonda relazione con il creato, con i suoi abitatori e con il suo Creatore.
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