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mercoledì 28 settembre 2011

Appello per la pace e la fratellanza dei popoli

Domenica 25 settembre 2011, a conclusione della marcia Perugia-Assisi, è stata resa pubblica la mozione finale sotto forma di appello per la pace e la fratellanza dei popoli.
Propongo una sintesi dell'interessante documento, cui invito alla lettura integrale.
La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l'agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare "tutti i diritti umani per tutti" a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica il principio dell'interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani - civili, politici, economici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel segno dell'inclusione.  
 L'appello per la pace e la fratellanza si riassume in alcuni principi:

  1. per uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra, passando dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune
  2. Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorità della politica e dell'economia, mettendo al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti.
  3. La nonviolenza è per l'Italia, per l'Europa e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, metodo e stile di vita, strumento di liberazione, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia e costruire persone, società e realtà migliori.
  4. Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarietà e sulla cooperazione a tutti i livelli. La logica perversa dei cosiddetti "interessi nazionali", del mercato, del profitto e della competizione globale sta impoverendo e distruggendo il mondo. La solidarietà tra le persone, i popoli e le generazioni, se prima era auspicabile, oggi è diventata indispensabile.
  5. Non c'è pace senza una politica di pace e di giustizia. L'Italia, l'Europa e il mondo hanno bisogno urgente di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. Quanto più si aggrava la crisi della politica, tanto più è necessario sviluppare la consapevolezza delle responsabilità condivise. Serve un nuovo coraggio civico e politico.
  6. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo costruire e diffondere la cultura della pace positiva. Una cultura che rimetta al centro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare comportamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, è necessario educare alla pace
E richiede alcuni impegni
  1. Garantire a tutti il diritto al cibo e all'acqua
  2. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti.
  3. Investire sui giovani, sull'educazione e la cultura.
  4. Disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia.
  5. Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari.
  6.  Difendere i beni comuni e il pianeta.
  7. Promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista.
  8.  Fare dell'Onu la casa comune dell'umanità. 
  9.  Investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa
  10. Costruire società aperte e inclusive
Tutte le persone di buona volontà dovrebbero farsi carico di queste istanze urgenti, che interpellano in particolare la coscienza, la morale e l'azione dei cristiani di oggi e di tutti i tempi.

E cerchino di mettere pace e concordia dove si troveranno
Angela Merici, Quinto Ricordo

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