Propongo una sintesi dell'interessante documento, cui invito alla lettura integrale.
La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sulla cittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sono il nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l'agenda della politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare "tutti i diritti umani per tutti" a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica il principio dell'interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani - civili, politici, economici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel segno dell'inclusione.L'appello per la pace e la fratellanza si riassume in alcuni principi:
- per uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra, passando dalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurezza comune
- Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorità della politica e dell'economia, mettendo al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti.
- La nonviolenza è per l'Italia, per l'Europa e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, metodo e stile di vita, strumento di liberazione, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia e costruire persone, società e realtà migliori.
- Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarietà e sulla cooperazione a tutti i livelli. La logica perversa dei cosiddetti "interessi nazionali", del mercato, del profitto e della competizione globale sta impoverendo e distruggendo il mondo. La solidarietà tra le persone, i popoli e le generazioni, se prima era auspicabile, oggi è diventata indispensabile.
- Non c'è pace senza una politica di pace e di giustizia. L'Italia, l'Europa e il mondo hanno bisogno urgente di una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani. Quanto più si aggrava la crisi della politica, tanto più è necessario sviluppare la consapevolezza delle responsabilità condivise. Serve un nuovo coraggio civico e politico.
- Se davvero vogliamo la pace dobbiamo costruire e diffondere la cultura della pace positiva. Una cultura che rimetta al centro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare comportamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, è necessario educare alla pace.
E richiede alcuni impegni
- Garantire a tutti il diritto al cibo e all'acqua
- Promuovere un lavoro dignitoso per tutti.
- Investire sui giovani, sull'educazione e la cultura.
- Disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia.
- Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari.
- Difendere i beni comuni e il pianeta.
- Promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista.
- Fare dell'Onu la casa comune dell'umanità.
- Investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa
- Costruire società aperte e inclusive
Tutte le persone di buona volontà dovrebbero farsi carico di queste istanze urgenti, che interpellano in particolare la coscienza, la morale e l'azione dei cristiani di oggi e di tutti i tempi.
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