
E' il titolo di un libro edito da Rubettino e scritto da don Armando Matteo (assistente ecclesiastico nazionale della FUCI). Il sottotitolo
Il difficile rapporto tra i giovani e la fede, indica il contenuto analizzato dall'autore.
Ho trovato particolarmente interessante questo libro e lo rilancio come importante strumento di analisi e di di riflessione sulla situazione delle giovani generazioni. Particolarmente acuto e graffiante l'esame delle problematiche culturali (imprescindibili poiché rappresentano la mediazione possibile della fede), l'analisi dell'evoluzione dell'ordine concettuale che ha radicalmente modificato il corso e il pensiero della civiltà occidentale di questi ultimi due secoli, sottraendo dal vissuto delle persone e dalle coscienze le parole-chiave che sono cadute in disuso: eternità, verità, sostanza, sacrificio, autorità.

Altrettanto schietta l'offerta di alcune indicazioni concrete
per
un agire ecclesiale capace di prendersi efficacemente cura della prima generazione incredula dell'Occidente. Non azzardo a fare un elenco, sarebbe riduttivo e non renderei ragione della credibilità delle proposte.
Nella recensione del libro (presentato da Giandomenico Mucci sj, come
tutto nervi e succo. Consigliato vivamente ai parroci e agli operatori pastorali) è evidenziato che:
Il libro sottolinea l'inedito che il modo di vivere e di credere/non credre dei giovani manifesta. Individua così al fondo del loro cuore la ferita di un grido di speranza, in mezzo a una società che ama più la giovinezza che i giovani.E' da questo grido che bisogna ripartire. Pe il loro futuro, per il futuro della società, per il futuro della Chiesa
Penso di poter aggiungere: per il futuro delle associazioni, movimenti ecclesiali, ed a maggior ragione, per il futuro della vita consacrata.
(Il libro è stato presentato il 15 settembre 2011, in dialogo con l'autore, nell'ambito della settimana che la Diocesi di Brescia ha dedicato all'inizio dell'anno pastorale, con l'intento di offrire temi e proposte per "
Interpretare i segni dei tempi)
state tutte attente, con cuore grande e pieno di desiderio
Angela Merici, Regola, Prologo