Quanto alla fantasia, se qualche volta ti trasporta in un campo di santità un po' ambiziosa contentati di disprezzarla (come già vedo che fai) e non credere di far sempre peccato; poichè il peccato potrebbe essere solo quando tu ammettessi la dilettazione ed il consenso ai pensieri di vanità.
Ma non è il tuo caso, poiché dici tu stessa che nell'atto stesso che la mente va dietro a cotesti sogni, la volontà disprezza come pazzie, ed è intimamente convinta della propria insufficienza. Lascia dunque, ti dirò con Santa Teresa, che la fantasia (ch'ella soleva chiamare la pazza di casa) faccia le sue pazzie e tu ripeti con un'altra Santa: la mia mente ed il mio cuore siano rassodati e confermati in Gesù Cristo! Rassodati e confermati nella sua umiltà, nella sua carità, nella sua pazienza, nel suo spirito di sacrificio: così si lavora sul solido e non v'è pericolo che la fantasia ci porti fuori di strada.
Del resto, per dirti proprio tutto il mio pensiero, io crederei di vedere un fondo buono anche in cotesto ideale di carità che nella tua attuale posizione ti pare un sogno ambizioso.
Cioè vedo un'inclinazione e forse un principio di vera vocazione alle opere di carità; e perciò devo aggiungere di non disprezzarlo affatto.
Solo per togliere il pericolo della superbia ti esorto a vagheggiare questo bel sogno non già dal lato glorioso e splendido con cui vorrebbe dipingertelo il demonio, ma dal lato duro, umiliante penoso con cui l'esercizio della carità fu insegnato e praticato da Gesù Cristo.
Ai piedi del Crocefisso medita queste grandi parole: ECCO COME SI AMA!
nè mi distolgano dal luminosissimo tuo volto, che fa contento ogni cuore
Angela Merici, Regola, Capo V Dell'orazione
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