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domenica 13 novembre 2011

Creatività e "genio" innovatore (un commento a Mt 25,14-30)

Vorrei avere la voce di un grande cantante per animare la comunità e proclamare il vangelo. Sicuramente ho altre qualità, ma come vorrei poter cantare!
Mentre penso a quello che non ho, non mi accorgo dei doni che possiedo e non li faccio fruttificare.
Questo modo di comportarsi è simile a quello del servo ingrato della parabola dei talenti (Mt 25,26-27). Ricevette un talento dal suo signore e lo seppellì, perdendo, alla fine, quel poco che aveva.
Dio ci ha dato tanti talenti o abilità. La creatività si serve delle nostre energie per costruire e mantenere una comunità forte, piena di vita e vibrante, perchè il nostro mondo sia migliore di quello che abbiamo ricevuto.
Nella storia del pensiero europeo, i talenti e la creatività sono stati espressi anche con la categoria del "genio", termine che deriva dal latino ingenium, che indica facoltà intellettive innate di inventiva, di acutezza, di immaginazione produttiva, ma anche tratti estetici e morali di entusiasmo, di originalità, di umorismo, di ironia, di carattere.
Il genio va oltre lo spirito di imitazione, perchè innova, scopre, inventa.
Senza soffermarci sui logori stereotipi culturali che vedono la correlazione quasi automatica tra "genio" e "sregolatezza" (o follia) si riscontrano nella vita diverse genialità: genio poetico, genio scientifico, genio filosofico, ma anche genio di una nazione, di un popolo, di una civiltà.
In tal senso ciascun uomo contribuisce a formare la genialità del suo mondo-ambiente.
Non ignorare o sottovalutare i doni che Dio ti ha fatto per desiderare quelli che non possiedi. Sii grato a Lui perchè ti ha benedetto concedendoti ciò di cui hai davvero bisogno e usa bene di questi talenti per creare un mondo migliore.
tratto da LA BIBBIA, ed. Ancora 2008, pag. 1236
Allarga i tuoi orizzonti

Fate, muovetevi, credete, sforzatevi, sperate, gridate a Lui col vostro cuore, e senza dubbio vederete cose mirabili
Angela Merici, Ricordi, Prologo

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