Dall’amore
ricevuto da Dio, che ha preceduto con il suo amore, ogni orsolina è chiamata a
far crescere Cristo nel prossimo, innanzitutto con l’esempio e la testimonianza
della vita. Fanno eco le parole della Regola, dove Angela ricorda che tutti i
nostri comportamenti siano di edificazione per gli altri. Si tratta di collaborare
con Cristo affinché possa crescere l’uomo nuovo, per giungere insieme a
edificare il suo Corpo, la Chiesa.
Voi vivete e
comportatevi in modo che le vostre figlioline possano specchiarsi in voi.
E quel che
volete che loro facciano, fatelo voi per prime.
In qual modo
potrete voi riprenderle o ammonirle di qualche errore, se questo si trova ancora
in voi?
Ovvero
richiamarle e indurle a qualche virtù, se non l’avete voi per prime?
o se almeno
non incominciate a praticarla insieme a loro?
Allora, fate
in modo che, ancora per il vostro esempio, si muovano e si incoraggino al
vivere virtuoso.
E vogliatevi
conformare con loro in ogni atto di onestà e virtù a voi conveniente e
possibile, specialmente nel comportamento, nel frequentare la confessione e la
comunione, e in altre simili opere.
Perché è cosa
giusta e conveniente che le madri siano di esempio e di specchio alle figliole,
specialmente nell’onestà e nel comportamento, e in altre azioni ordinarie e
fuori dell’ordinario.
Dalla Regola, Della
verginità, Cap. IX
Ognuna deve dunque in
ogni cosa comportarsi così da non commettere né in se stessa, né nei confronti
del prossimo, cosa alcuna che sia indegna di spose dell’Altissimo.
Allora: soprattutto si
tenga il cuore puro e la coscienza monda da ogni pensiero cattivo,
da ogni ombra d’invidia e
di malevolenza
da ogni discordia e
cattivo sospetto,
e da ogni altro desiderio
cattivo e cattiva volontà.
Ma sia lieta, e sempre
piena di carità, e di fede, e di speranza in Dio.
E il comportamento col
prossimo sia giudizioso e modesto, come dice san Paolo: il vostro riserbo e la
vostra prudenza siano visibili a tutti, di modo che ogni vostro atto e ogni vostro parlare siano onesti e misurati,
non nominando Dio invano,
non giurando, ma dicendo
soltanto con modestia: sì, sì, oppure no, no, come Gesù Cristo insegna,
non rispondendo
superbamente,
non facendo le cose
malvolentieri,
non restando adirata,
non mormorando,
non riportando cosa
alcuna di male.
Insomma: non facendo
atto, né gesto alcuno che sia indegno in particolare di chi porta il nome di
serve di Gesù Cristo.
Ma tutte le parole, gli
atti e i comportamenti nostri siano sempre di ammaestramento e di edificazione
per chi avrà a che fare con noi,
avendo noi sempre nel
cuore un’ardente carità.
Pausa di silenzio
Preghiamo
Celebriamo il Vespro
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