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giovedì 23 gennaio 2014

23 gennaio 2014 - Le vostre figlioline possano specchiarsi in voi


Dall’amore ricevuto da Dio, che ha preceduto con il suo amore, ogni orsolina è chiamata a far crescere Cristo nel prossimo, innanzitutto con l’esempio e la testimonianza della vita. Fanno eco le parole della Regola, dove Angela ricorda che tutti i nostri comportamenti siano di edificazione per gli altri. Si tratta di collaborare con Cristo affinché possa crescere l’uomo nuovo, per giungere insieme a edificare il suo Corpo, la Chiesa.





Dal Sesto Ricordo
Voi vivete e comportatevi in modo che le vostre figlioline possano specchiarsi in voi.
E quel che volete che loro facciano, fatelo voi per prime.
In qual modo potrete voi riprenderle o ammonirle di qualche errore, se questo si trova ancora in voi?
Ovvero richiamarle e indurle a qualche virtù, se non l’avete voi per prime?
o se almeno non incominciate a praticarla insieme a loro?
Allora, fate in modo che, ancora per il vostro esempio, si muovano e si incoraggino al vivere virtuoso.
E vogliatevi conformare con loro in ogni atto di onestà e virtù a voi conveniente e possibile, specialmente nel comportamento, nel frequentare la confessione e la comunione, e in altre simili opere.
Perché è cosa giusta e conveniente che le madri siano di esempio e di specchio alle figliole, specialmente nell’onestà e nel comportamento, e in altre azioni ordinarie e fuori dell’ordinario.

Dalla Regola, Della verginità, Cap. IX
Ognuna deve dunque in ogni cosa comportarsi così da non commettere né in se stessa, né nei confronti del prossimo, cosa alcuna che sia indegna di spose dell’Altissimo.
Allora: soprattutto si tenga il cuore puro e la coscienza monda da ogni pensiero cattivo,
da ogni ombra d’invidia e di malevolenza
da ogni discordia e cattivo sospetto,
e da ogni altro desiderio cattivo e cattiva volontà.
Ma sia lieta, e sempre piena di carità, e di fede, e di speranza in Dio.
E il comportamento col prossimo sia giudizioso e mo­desto, come dice san Paolo: il vostro riserbo e la vostra prudenza siano visibili a tutti, di modo che ogni vostro atto e ogni vostro parlare siano onesti e misurati,
non nominando Dio invano,   
non giurando, ma dicendo soltanto con modestia: sì, sì, oppure no, no, come Gesù  Cristo insegna,
non rispondendo superbamente,
non facendo le cose malvolentieri,
non restando adirata,
non mormorando,
non riportando cosa alcuna di male.
Insomma: non facendo atto, né gesto alcuno che sia indegno in particolare di chi porta il nome di serve di Gesù Cristo.
Ma tutte le parole, gli atti e i comportamenti nostri siano sempre di ammaestramento e di edificazione per chi avrà a che fare con noi,
avendo noi sempre nel cuore un’ardente carità.

Pausa di silenzio
Preghiamo
Celebriamo il Vespro

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