lasciare ormai totalmente l'amore di questo mondo miserabile e traditore, nel quale non vi è mai né riposo né alcuna vera soddisfazione, ma solamente vi sono o sogni vani, o aspri travagli, e ogni cosa infelice e meschina.
Può risuonare un po' esagerata questa affermazione che sembrerebbe leggere l'esperienza del mondo unicamente come fonte certa di delusioni cocenti.
E' vero che le delusioni ci sono assicurate quando l'amore del mondo è fine a se stesso, quando dal proprio orizzonte si esclude Dio e quando l'agire verso gli altri prescinde dalla solidarietà e dalla responsabilità. Quando l'amore del mondo si declina nell'amore smodato di sè e nell'appagamento della concupiscenza, in qualunque modo si esprima (potrebbe esserci anche una falsa religiosità che nasconde dietro gesti e parole la volontà di affermazione della propria persona, non l'amore verso Dio e il prossimo).
In questi casi, giustamente, ogni cosa è destinata a diventare infelice e meschina. E fortunatamente è così, per darci modo di ripensare alle nostre scelte e ritornare al Signore. Ci sono sogni vani e aspri travagli che già rappresentano una condizione penitenziale per i nostri errori.
Ma ci sono anche sogni legittimi, che dicono il desiderio di progetti di bene, e ci sono travagli per generare un mondo nuovo, che di per sè non sono meno dolorosi e meno faticosi, ma che recano con sè anche la gioia profonda di condividere il progetto di bene che Dio ha sul mondo e sull'umanità.
In questi primi giorni di Avvento abbiamo pregato con l'inno di lodi fuggano i sogni e le angosce, splende la luce di Cristo. La preghiera ci dice in fondo di collocare bene i nostri stati d'animo: non nei sogni che ci fanno fuggire dalle responsabilità del presente o che ci fanno desiderare una realtà impossibile, e neppure nelle angosce che ci schiacciano sotto il peso delle preoccupazioni.
E' nella luce di Cristo che solo si vede bene il senso del nostro impegno e della nostra missione.
E' vero che le delusioni ci sono assicurate quando l'amore del mondo è fine a se stesso, quando dal proprio orizzonte si esclude Dio e quando l'agire verso gli altri prescinde dalla solidarietà e dalla responsabilità. Quando l'amore del mondo si declina nell'amore smodato di sè e nell'appagamento della concupiscenza, in qualunque modo si esprima (potrebbe esserci anche una falsa religiosità che nasconde dietro gesti e parole la volontà di affermazione della propria persona, non l'amore verso Dio e il prossimo).
Ma ci sono anche sogni legittimi, che dicono il desiderio di progetti di bene, e ci sono travagli per generare un mondo nuovo, che di per sè non sono meno dolorosi e meno faticosi, ma che recano con sè anche la gioia profonda di condividere il progetto di bene che Dio ha sul mondo e sull'umanità.
In questi primi giorni di Avvento abbiamo pregato con l'inno di lodi fuggano i sogni e le angosce, splende la luce di Cristo. La preghiera ci dice in fondo di collocare bene i nostri stati d'animo: non nei sogni che ci fanno fuggire dalle responsabilità del presente o che ci fanno desiderare una realtà impossibile, e neppure nelle angosce che ci schiacciano sotto il peso delle preoccupazioni.
E' nella luce di Cristo che solo si vede bene il senso del nostro impegno e della nostra missione.
Nessun commento:
Posta un commento