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mercoledì 19 dicembre 2012

Udire cose oneste, lecite, necessarie

Il ricordo V ci incalza
Nell'ascoltare non si dilettino di udire se non cose oneste, lecite e necessarie
Proprio oggi ho letto su uno dei quotidiani a diffusione provinciale, un appello, ormai testamento, di un giovane sindaco bresciano, papà di quattro figli,  morto per un banale incidente, un "...uomo buono nel senso più vero e alto del termine, un amministratore con il bene pubblico come unico faro". Alla fine di una lettera che ha scritto alla sua comunità proprio nell'ultimo giornalino comunale dice "Ripartiamo dalle azioni concrete, perchè di chiacchiere ne abbiamo piene le orecchie". E' ormai evidente che la chiacchiera è uno dei mali che accresce la superficialità e la supponenza.
In mezzo ad una società che ha amplificato a dismisura dibattiti, commenti, con i distinguo, i gossip, appunto la chiacchiera, l'esortazione di sant'Angela ha l'effetto di una vera terapia per una sana ecologia dell'ascolto.
Sono troppe le chiacchiere che ci ronzano nelle orecchie, che disturbano l'ascolto a cui si dovrebbe essere attenti come un importante "esercizio spirituale".
Shemà Israel: questo ascolto presuppone un orecchio attento, che volontariamente si allontana dalle interferenze, veri e propri acufeni che sovrastano la voce delicata dello Spirito.
E allora dilettiamoci ad udire cose oneste, lecite, necessarie.

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