SALVATORE E MAESTRO
MEDITAZIONI
con riflessioni introduttive di Paolo VI
a cura di Mario Trebeschi, 1998, 116-118
Sono io, non temete! (Mt 14,22-33)
La prima debolezza di Pietro e di chiunque è chiamato a seguire il maestro, la debolezza di tutto è il dubbio. A chi legge il Vangelo traspare l'incertezza e la gradualità dell'adesione di Pietro al Maestro, che più d'una volta richiamò Pietro alla nuova realtà del Regno di Dio: "Uomo di poca fede, perchè hai dubitato?
(Paolo VI, Ins V, 736, 12 aprile 1967)
Come il Signore aveva comandato, gli Apostoli, entrati nella barca traevano all'altra riva del lago verso Cafarnao. Il cielo era scuro, soffiava un gran vento, il mare era commosso e la barca sbattuta dai flutti, poichè il vento spirava contrario. E mentre gli Apostoli si trovavano a fronte di quella furiosa burrasca, Gesù se ne stette sul monte a fare orazione. Parve che in quella notte li avesse abbandonati soli in mezzo al pericolo; ma invece il suo cuore amoroso anche da lungi li vedeva, li compativa, pregava per loro.
Quanto lunga dovette parere agli Apostoli quella notte tempestosa senza Gesù!...
Talvolta le prove degli eletti e della Chiesa sono lunghe e terribili, le tempeste infuriano al segno che io timidi si tengono perduti; sembra proprio che Gesù siasi dilungato e non vegga il pericolo della povera navicella sbattuta dall'onde, e non oda le grida di quelli che stanno in tribulazione, nè più voglia venire in loro soccorso. Sembra che mai non ispunti l'aurora sospirata della consolazione e del trionfo; anzi talora sono sì fitte le tenebre e tanto l'orror di quel buio, che quasi siam tentati a disperare di veder sedata la tempesta. Questo è il colmo della tribulazione; ma Dio è fedele, e non permette giammai che siamo tentati oltre le nostre forze.
Quando appunto tutto sembrava perduto, Gesù venne in soccorso degli smarriti Apostoli camminando sulle acque furiose; ed essi in vedendolo "temettero che fosse un fantasma; ed impauriti alzarono le strida". Il buon Gesù subito li rassicurò dicendo "Abbiate fiducia, son io, non temete".
Nessuno degli Apostoli rispose parola al dolcissimo conforto del loro pietoso Maestro fuorchè Pietro, il quale come primo fra tutti e più fervoroso di tutti disse a Gesù "Signore, se siete voi, comandate che a Voi venga sulle acque". E Gesù a lui: "Vieni!".
Pietro non chiese questo segno perchè dubitasse; ma per dimostrare a Gesù che egli confidava tanto nella potenza e bontà di Lui, che sarebbe perfino gettato in mezzo al mar burrascoso senza il menomo timore, se glielo avesse comandato per arrivare più presto a Lui. Però nella sua coraggiosa confidenza Pietro fu umile, nè si gettò da sè in mezzo alle onde, ma disse a Gesù: "Comanda ch'io venga"; nè discese nell'acqua prima che Gesù gli rispondesse: "Vieni"! Allora gettossi in mare e camminava sull'onde. Ma come il vento era assai gagliardo s'impaurì e cominciando a sommergersi gridò "Signore, salvami!".
Pietro passa in pochi istanti dalla confidenza eroica ad un vile timore; egli aveva già fatto il più, aveva creduto alla parola di Cristo, s'era messo in acqua per obebdirlo, già camminava miracolosamente sull'onde; e poi per un soffio di vento teme e vacilla. Così si perde nel poco, esclama s. Giovanni Crisostomo, colui che era stato generoso nel molto, affinchè senta umilmente di sè, e tema sempre la propria facilità ed incostanza.
Infatti non era il vento che faceva sommergere Pietro, ma l'aver dato luogo ad un momento di diffidenza, per la quale Gesù Cristo ritirava il potente suo aiuto.
Buon per lui, che appena si sentì mancare la divina assistenza seppe invocarla!
All'umile preghiera di Pietro, gesù stese subito la mano pietosa a soccorrerlo, e così dolcemente lo rimproverò "Uomo di poca fede, perchè dubitasti?". Ed essendo montati in barca il vento si acquetò.
Oh! come subito torna la calma all'apparire di Gesù!
Fuggono le tenebre ed ogni tempesta si dissipa alla sua presenza! E che potrem più temere, se con noi è Gesù?
Elisabetta Girelli, Vita di gesù Cristo, 267-268
Ho considerato il grande dovere che ho di pregare come Superiora, avendo a mio carico tante anime da aiutare, da mantenere nella loro sublime vocazione, e da condurre a Dio .... e queste anime sono in mare... in mezzo ad ogni pericolo.
Oh! quante volte avrei dovuto ritirarmi sul monte con Gesù, per implorare le sue grazie. Considerai la fatica degli Apostoli,...di notte; senza Gesù, in mezzo alle burrasche.... Ho imparato la costanza nella fatica anche quando nell'anima mia si fa notte e non sente Gesù; la necessità di unir sempre l'opera colla preghiera per superare i pericoli e le difficoltà... Ho proposto di dedicarmi con grande diligenza all'esercizio dell'orazione e di custodire per quanto potrò il raccoglimento interno.
Oh! quante tempeste ancora mi attendono! Dovrò anc'io come Pietro gettarmi in mare per la prima per superare gli ostacoli, ed andare a Gesù... Oh! quante volte feci dei passi inconsiderati, senza invocare il divino aiuto, e quasi quasi affondavo.
Maddalena Girelli, Memorie III, 345-346, 6 novembre 1872
http://www.angelamerici.org/it_sorellegirelli.php
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