Elisabetta Girelli nella sua opera Della vita di Gesù Cristo e degli atti e martirio dei santi postoli. Letture introduttive e morali (1876), propone un breve commento dell'episodio della cananea ricordato in Mt 15, 21-28. Ne riportiamo un breve stralcio, ripreso da Mario Trebeschi in Gesù Cristo Salvatore e Maestro (1998, pagg 136-138).
"...Alla fede, ed alla costanza,questa povera donna congiunse una profondissima umiltà. Gesù Cristo aveva chiamato figliuoli i giudei; ed ella anzichè dolersi della lode dei nemici e del biasimo di sua nazione si umilia ancor più e chiama padroni i figliuoli d'Israele. Confessa d'essere indegna di sedere coi figli alla mensa del padre; ma si contenta delle bricciole che cadranno da quella mensa, fermamente sperando che anche i gentili avrebbero ricevuto qualche poco dei benefici di Gesù...le bricciole della sua bontà, della sua dottrina, de' suoi miracoli. Con questa sì profonda e commovente parola ella volle dire a Gesù: "Se tu mi cacci pe' miei demeriti, io tornerò di nuovo a supplicarti per la tua infinita potenza e bontà..
Quali uomini saranno più forti e gagliardi nella lotta della vita? Quelli che credono e pregano, o quelli che fidando solo in se stessi, sperimentano ad ogni passo la propria impotenza e miseria? E dove, se non dalla fede e dall'umile, e confidente ricorso a Dio attinsero i Santi quello slancio generoso, che li rese capaci nelle più ardue e nobili imprese? La sola fredda ragione ed energia naturale non hanno saputo dare uomini che resistano come resistettero i martiri di Cristo; ella fa dei superbi e degli egoisti, dei veri forti non mai. Chè la vera fortezza consiste nel confidare in Dio quanto più l'uomo si sente debole: e Dio dà la sua grazia a chi si conosce, umilia e prega....Noi siamo ben lungi dall'avere l'umiltà della Cananea..."
Per approfondire "La grande fede della donna delle briciole", segnaliamo il commento di padre Ermes Ronchi
http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.pax?mostra_id=23240
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