UMILTA' E POVERTA'
Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso.
Non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesú, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. (Fil 2,3-8)
... Non vanamente, infatti, né senza ragione, il cuore d'un vero e prudente servo di Dìo si umilia e annienta in se stesso il proprio sentire e il compiacimento della propria reputazione perché egli spera e aspetta da Dio altro diletto e gl. orla ed onore piú veri. Per il fatto che egli crede fermarnente in quello che dice il Vangelo: «Qui se humiliat, exaltabitur», cioè: «Chi si umilia, sarà esaltato». (Ricordo 1)
Esortiamo finalmente ciascuna ad abbracciare la povertà, non solamente quella effettiva riguardante le cose temporali, ma soprattuto la vera povertà dì spirito, per la quale l'uomo spoglia il cuore da ogni affetto e speranza di cose create, transitorie, e di se stesso... ... E dice anche [il Vangelo[: «Nolite solleciti ... », come se di- cesse: «Non vi affanriate sopra necessità temporale alcuna, poiché sa, può e vuole provvedervi solo Iddio, il quale non vuole se non il solo bene e la felicità vostri». (Regola, cap. della povertà)
Preghiamo
Sant'Angela, fedele discepola del Cristo spogliato di tutto, intercedi per noi affinché il Padre, mediante il suo Spirito, ci renda ogni giorno piú conformi a suo Figlio, che, per nostro amore, ha scelto di essere un condannato a morte e di essere anche privato del conforto del Padre.
Amen
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